Nell’enorme processo trasformativo del mondo produttivo, stimolato dallo shock pandemico dello scorso anno, importante è pensare al settore della consulenza aziendale e a ciò che per esso tale shock ha significato in termini di sfide, opportunità o difficoltà.
A dicembre 2020, il mensile sondaggio di Assoconsult prevedeva che il settore della consulenza avrebbe vissuto una graduale ripresa dovuta all’accresciuta domanda di intervento da parte di diverse realtà produttive del Paese desiderose di reagire, riprendersi e trasformarsi dopo mesi difficili. Le sfide del ruolo del consulente si sono rivelate diversificate e complesse, proprio come diversificate e complesse sono le singole realtà che ne richiedono l’intervento e diversificato e complesso è il panorama in cui ci si trovano ad operare: non solo ripensare ai processi produttivi, all’organizzazione interna, al posizionamento sul mercato, alla qualità del prodotto e/o dei servizi, ma farlo in un’ottica completamente nuova, perché nuove sono le prospettive che si hanno di fronte. Va da sé che anche la figura del consulente è chiamata a ripensare non solo a strategie, ma anche ad approcci e competenze che meglio possano rispondere a tali richieste.
Analizzando i temi che in diversi momenti abbiamo trattato in questo contesto, perché considerati di grande attualità, potremmo pensare di definire quelle che riteniamo essere le tendenze che guideranno il lavoro del consulente nei prossimi mesi.
La pandemia è vero, ha cambiato il panorama produttivo, ma per molti versi e ambiti ha soltanto accelerato processi che già avevano avuto un primo precedente impulso. La trasformazione digitale è uno di questi.
I progressi tecnologici antecedenti all’avvento del Covid hanno reso possibile sostenere prove durissime e mandare avanti molti settori aziendali che altrimenti si sarebbero bloccati. Nel frattempo abbiamo osservato come la situazione da emergenza si stia trasformando in sistemica proponendo un New Normal a cui le aziende devono e intendono adeguarsi. In questo momento diventa cruciale l’impegno delle società di consulenza che si vedono chiamate a guidare trasformazioni a 360° richiedendo loro una partecipazione molto marcata alla realtà aziendale. Quando si parla di trasformazione digitale, infatti, non bisogna pensare soltanto al reparto ITC, ma anche a tutti gli altri reparti che hanno dovuto adattarsi a utilizzare tecnologie e strumenti in nuove modalità lavorative. Possiamo pensare quindi a una integrazione aziendale che comporta il delineare nuovi processi produttivi, ridefinirli e configurarli. Una trasformazione complessa quindi e completa che implica la disponibilità del consulente a mettere in campo diversificate e altrettanto complesse competenze. Diventano fondamentali in questa fase più che mai Business Intelligence e Data Scientist.
L’intervento del consulente risulta quanto mai necessario soprattutto per le PMI che, a differenza di grandi realtà magari spesso già avviate verso il cambiamento, registrano un passo indietro, soprattutto in relazione ad altri Paesi europei, verso i quali il Gap in questo senso si assesta tra i 7 e 8 punti percentuali.
Innovazione e competenze multiple dunque sono tra i primi punti da tenere bene a mente.
La digitalizzazione è però un fenomeno che riguarda tutta la società, pervade il nostro modo di agire e di usufruire di servizi, anche in ambito pubblico: la trasformazione della PA in questo senso è infatti un altro settore dal quale la consulenza potrà trarre grandi benefici nel 2021.
In un mondo sempre più digitale, va da sé che aumenta anche il rischio della sicurezza dei dati e delle informazioni: altro settore su cui i CEO richiedono interventi di consulenza è l’attuazione di strategie di cyber security.
Sullo stesso piano d’importanza e urgenza, temi definiti “sostenibili” perché declinati a tutela di ambiente e persone: molte aziende stanno già attuando politiche e pratiche in questo senso, stimolate anche da continue richieste di clienti sempre più interessati ad acquistare con attenzione prodotti in linea con tali valori e, molto importante, da giovani talenti che desiderano sempre più appartenere a realtà altrettanto coinvolte in questi processi.
Sostenibilità è dunque un’altra importante traccia che l’attività di consulenza deve necessariamente seguire lungo il cammino verso il futuro.
La trasformazione delle aziende, tuttavia, non riguarda soltanto la tecnologia e l’organizzazione interna, ma passa doverosamente anche per una adeguata e costante formazione del personale che gradualmente dovrà adattarsi sia ai nuovi assetti integrati di processi e comunicazione, sia a nuove richieste di competenze e requisiti necessari al cambiamento. Anche in questo senso la figura del consulente può rivelarsi centrale laddove diventa riferimento costante e a volte anche erogatore di corsi.
Ben si comprende quanto il coinvolgimento del consulente nelle realtà di cui è chiamato a supporto diventi via via più totalizzante, in una logica end to end in cui tale figura si trasforma in vero partner accompagnando i clienti verso un percorso di cambiamento unico e partecipato.
Scritto da Anna Minutillo
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