Il gioco, si sa, è il primo processo d’apprendimento e attraverso di esso riusciamo a rapportarci agli altri, alle situazioni, alle sfide, costretti a mettere in moto ragionamenti, a mettere in campo capacità e a investire emotività e controllo. Il gioco di strategia è sempre stato interpretato come un’ottima metafora della vita e questo perché alla base di ogni strategia, sia nel gioco che nella vita, risiede un meccanismo decisionale. Le decisioni o le mosse che attuiamo determinano i passi successivi del percorso e nella gran parte dei casi le decisioni e le mosse degli avversari/interlocutori. Il gioco di strategia per antonomasia, detto anche “il nobil giuoco” che più di tutti è considerato un validissimo metodo di apprendimento, è il gioco degli scacchi. Agli inizi del Ventesimo secolo un matematico e un economista, John von Neumann e Oskar Morgenstern, formularono la “Teoria dei Giochi”, secondo la quale si stabiliscono e interpretano in termini matematici i comportamenti che un individuo assume e attua in condizioni in cui potrebbe ricavare guadagni e benefici; il gioco degli scacchi ne è un valido esempio, determinato  dall’utilità che esso rappresenta per l’acquisizione e lo sviluppo di capacità di gestione e conduzione di specifiche situazioni, come la strategia di marketing. L’infinita varietà di mosse insita nel gioco degli scacchi, ben rispecchia l’enorme complessità del contesto economico e della gestione aziendale all’interno di esso.

Che cosa caratterizza un buon giocatore di scacchi?

La prima cosa che viene in mente è la visione d’insieme, che aiuta a decifrare le varie possibilità che una sola mossa può introdurre e, allo stesso tempo, le conseguenze a cui può portare, sia in termini di cambio di equilibri che di risposte dell’avversario. Successivamente ciò che si rivela utile è la capacità di rispondere a un repentino e inaspettato cambio di scenario che anche solo un pezzo, all’apparenza poco importante come un pedone, può provocare sulla scacchiera.

Visione d’insieme e prontezza di reazione sono caratteristiche fondamentali anche all’interno di un’organizzazione aziendale dove si identificano con i più noti processi di Decision Making e Problem Solving.

Allo stesso modo, dipendendo ogni azione dalla sola capacità di giudizio del giocatore e dalle sue mosse, il gioco degli scacchi favorisce riflessione, senso di responsabilità e concentrazione, per le quali fondamentale risulta essere il self control. Un giocatore di scacchi ha le stesse prerogative e caratteristiche di un manager o un leader d’azienda che, consapevole della situazione, come dell’assetto di una scacchiera durante la partita, e dei ruoli del suo team, paragonabili alle mosse specifiche di ogni pezzo del gioco, deve condurre verso il successo la propria strategia.

Le diverse strategie aziendali possono essere assimilate all’albero delle varianti del gioco degli scacchi, grazie al quale ogni giocatore ha la possibilità di individuare alcune diramazioni determinate da una mossa o da un’altra, da una decisione o dall’altra, sviluppando ed allenando la capacità di interpretare il contesto, cruciale nel gioco come negli affari.

Le enormi sfide poste in campo dagli ultimi sviluppi e trasformazioni, hanno portato a pensare a nuovi modelli in grado di gestire la complessità che si è imposta: è in questo contesto che si è sviluppato un altro utilissimo paragone tra il gioco degli scacchi e la gestione aziendale.  Agile, Temporary e Welfare Management sono stati al centro di uno studio promosso da Fondirigenti in collaborazione con Manager Solutions e promosso da Confindustria e Federmanager. Il modello proposto è stato denominato “La scacchiera del valore” in base al quale si cerca di interpretare le competenze e i compiti delle varie figure organizzative all’interno di un contesto aziendale, in grado di dare risposte valide e adeguate ai nuovi assetti.  In questo senso è utile il parallelismo tra le prerogative e le caratteristiche dei vari pezzi della scacchiera con quelli che sono i diversi profili aziendali: i Pedoni, avanzando una casella alla volta rappresentano continuità e stabilità alla catena produttiva, l’Alfiere, potendo procedere senza limitazioni di caselle ma solo in diagonale, rappresenta un manager in grado di esplorare scenari nuovi come il mercato estero e l’innovazione. Il Cavallo, invece, muovendosi ad “L”, quindi in due mosse ben distinte ma contemporanee, rappresenta la doppia visione dell’organizzazione vita/lavoro che un buon leader non può ignorare per garantire equilibrio e serenità in azienda. La Torre può muoversi in linea retta, in verticale o in orizzontale, avanti o indietro e questo tracciato rappresenta funzioni di controllo e gestione di problematiche generali e specifiche, attribuibili a un Temporary Manager, ad esempio, o a un Controller dell’area finance. Il Re, il pezzo da proteggere senza il quale non c’è partita, ha funzioni di rappresentanza e condiziona la linea strategica creando valore. Alla fine c’è la Regina, il pezzo più flessibile e mobile della scacchiera, potendosi muovere in ogni direzione e per ogni lunghezza. Essa rappresenta il direttore generale dell’azienda, a contatto con i manager in una configurazione “agile”, forte di competenze trasversali e iper-specialistiche adatte al ruolo di guida strategico-operativa.

 A sancire in maniera esemplare il parallelismo tra scacchi e gestione aziendale è lo stesso campione di scacchi Gary Kasparov che dopo una lunga carriera e la conquista del titolo mondiale, si è dedicato alla consulenza di business avvalendosi delle capacità acquisite in anni di gioco e applicandole al contesto economico. Frutto di questa esperienza è il suo libro Gli Scacchi, la Vita (2007, Mondadori) in cui spiega a fondo come molti dei criteri decisionali che guidano il giocatore di scacchi siano in realtà applicabili al mondo del lavoro e alla vita in generale.

 Gli Scacchi, la vita

Luca Desiata, importante manager italiano, è autore a sua volta di Scacchi e strategie aziendali (2012, Hoepli), scritto in collaborazione con un altro campione di scacchi, Anatolij Karpov e con Rocco Sabelli, altro importante dirigente d’azienda. Il volume è un articolato studio su quanto il gioco degli scacchi sia utile nella formazione e nel lavoro dei manager aziendali a diversi livelli, e aiuta ad acquisire, sviluppare ed affinare processi decisionali e pensiero strategico all’interno di contesti di estrema complessità.

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 Altra lettura da segnalare è Scacchi e Management a cura di Unichess, edito da Il Sole 24 ore e di autori vari, tra cui il Grande Maestro (carica massima nel gioco degli scacchi) Roberto Mogranzini. Suddiviso in quattro macroaree, quali finanza, management, geopolitica e risorse umane, il libro è inteso come un vero e proprio vademecum del self management.

Scacchi e management

Buone letture!

 Scritto da Anna Minutillo

Foto di Tima Miroshnichenko da Pexels


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