In questo blog abbiamo parlato di personaggi illustri che in qualche modo hanno cambiato il modo di fare industria, innovandolo e rendendolo adatto al susseguirsi di nuove sfide e di equilibri instabili. A questo punto vogliamo raccontarvi un mondo apparentemente lontano ma in realtà strettamente connesso alle realtà industriali vincenti, che ci dimostra come la natura da centinaia di anni governi una forma di organizzazione perfetta basata su regole e principi attuali e senza dubbio elementi di vantaggio competitivo. Crediamo infine che le organizzazioni moderne possano prenderne spunto, investendo su di esse nello sviluppo futuro in quanto oggi come mai la sola tecnica non basta.
Vi immaginate cosa poteva essere all’inizio del 900 la transumanza dei pastori che due volte l’anno si spostavano verso i pascoli vicino al mare e successivamente ritornavano sulle montagne con immensi greggi di pecore condotti da uno o al massimo due cani.
Ancora di più vi immaginate quali elementi di perfezione possono governare i movimenti dei pastori nel nord della Scozia attraverso percorsi impervi, difficili e pieni di ostacoli mentre guidano un numero infinito di capi che in quel momento rappresentano il loro mondo, la loro esistenza ed il loro patrimonio. Un’organizzazione perfetta appartenente al passato ed al presente che la natura ha costruito sulla base leggi ferree ma sublimi. Il pastore è in grado di governare la realtà avvalendosi di fedeli collaboratori mossi dalla lealtà e dal rispetto. I collaboratori stessi coinvolti nel progetto si animano affinché il tutto possa svolgersi alla perfezione vedendo la perfezione stessa semplicemente come un punto di partenza. L’armonia del tutto si muove con semplicità così come il rumore delle pecore diventa inebriante.
Lealtà, Rispetto, Coinvolgimento e Semplicità sono i pilastri di un’organizzazione di successo.
L’atmosfera si accende quando nei weekend britannici esplodono le gare di Sheepdog: il percorso comporta la ricerca delle pecore a lunga distanza da parte di un cane guidato da un pastore che può impartire istruzioni da lontano attraverso una sintonia finissima che permette ad entrambi di rimanere in contatto per tutta la durata della competizione. Né il cane né il pastore vedono l’obiettivo ma si avvicinano ad esso guidati da una fiducia reciproca fino a quando l’obiettivo compare ed è proprio là dove l’animale si deve fermare in attesa di ulteriori comandi. Il cane deve condurre il gregge formato da cinque capi attraverso l’imposizione, la motivazione, l’istinto ed attraverso la leadership nella direzione del pastore cercando di mantenere una linea retta . L’obiettivo sembra raggiunto ma il mercato cambia e nuove sfide si aprono. Il cane deve guidare il gregge attraverso difficoltà ancor più grandi, il cane deve guidare il gregge lontano dal pastore facendolo passare attraverso due cancelli uno in direzione opposta rispetto all’altro, secondo una logica totalmente innaturale. La sfida entra nel pieno della sua essenza, il cane ed il pastore si avvicinano, questa volta devono lavorare insieme, a stretto contatto, devono dividere il gregge, devono separare temporaneamente le pecore con il collare rosso dalle pecore senza collare per poi riavvicinarle in un unico punto che sembra infinito. È il momento più alto della competizione, il cane ed il pastore devono cambiare strategia distruggendo l’equilibrio conquistato fino a quel momento per poi ricostruirlo più forte, più solido, più duraturo ed insieme guidare il gregge all’interno del pen, all’interno del recinto, all’interno del luogo in cui gli animali si trovano in regime di sicurezza. È il regime di sicurezza raggiunto attraverso il continuo costruire e distruggere gli equilibri instabili la più grande vittoria questa struttura organizzativa.
Foto di James McGill su Unsplash
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