“I clienti non vengono per primi. Per primi ci sono i dipendenti. Se ci si prende cura dei propri dipendenti, essi avranno maggiore cura dei clienti.”
Sir Richard Branson
Fondatore del Gruppo Virgin
Ogni primo venerdì di marzo, dal 1995, si celebra la Giornata dell’Apprezzamento dei Dipendenti (Employee Appreciation Day). Nel 2023 è il 3 marzo.
Da tempo ormai si riflette sulla centralità della persona negli ambienti di lavoro: a partire dalla necessità di ottenere prestazioni e risultati ottimali in azienda, si è allargato notevolmente il punto d’analisi delle situazioni all’interno delle organizzazioni e si è osservato quanto sia determinante il comportamento, l’interesse e il coinvolgimento delle persone alla base di esse.
Ognuno di noi sa bene la differenza che intercorre tra il dover fare qualcosa solo perché ci è stata chiesta, e il dover fare qualcosa perché ci interessa portarla a termine. Ci interessa portarla a termine perché ci restituisce l’importanza del nostro ruolo, ci gratifica, e ci gratifica perché chi ci ha affidato quel compito sa dimostrarci quanto valore ha il nostro lavoro e il modo in cui noi lo svolgiamo.
Valorizzare vuol dire coinvolgere e coinvolgere vuol dire creare interesse, creare interesse, a sua volta, conduce all’impegno e l’impegno, molto spesso, ai risultati.
Gli ambienti di lavoro sono prima di tutto luoghi di incontri e di relazioni e le relazioni hanno bisogno di riconoscimento, di scambio e reciprocità. Essere visti e ascoltati crea le connessioni giuste per instaurare un’autentica collaborazione e una solida base per la condivisione, di valori e obiettivi.
La Giornata dell’Apprezzamento dei Dipendenti è nata proprio con questo scopo: favorire il sentimento di riconoscenza e gratitudine da parte dei datori di lavoro verso i propri dipendenti, cioè verso tutte quelle persone che costituiscono la base, l’anima della propria organizzazione. Per rendere però davvero significativa questa esperienza è fondamentale che tale sentimento non sia solo rappresentato da un evento circoscritto alla ricorrenza, una facciata, ma un vero e proprio cammino che l’azienda intraprende per costruire intorno a tali propositi, la cultura della “persona al centro”.
In che modo?
• Favorire condizioni di salute e benessere psicofisico
• Creare ambienti di lavoro inclusivi
• Investire in formazione e sviluppo personale
• Trasmettere fiducia e nutrirla a propria volta
sono alcune delle importanti linee guida che contribuiscono a valorizzare e coinvolgere.
Quando si valorizza e si coinvolge si riesce a creare un team affiatato, una squadra in grado di rispondere in maniera efficace agli stimoli, di sentirsi motivata. La motivazione è alla base della fidelizzazione e la fidelizzazione trattiene e coltiva talenti.
Nella pratica tutto ciò potrebbe concretizzarsi attraverso:
• offrire occasioni di ascolto per individuare bisogni
• benefit altamente personalizzati che, rispondendo delle singole esigenze e/o caratteristiche di quella data persona, possano farle percepire quanto il datore di lavoro tenga alla sua specificità e, prima ancora, che la veda per quello che è, come persona, prima ancora che come dipendente
• scongiurare il rischio di burn out, creando ambienti sereni, grazie anche all’ascolto dato
• fornire agili strumenti di lavoro, efficaci e funzionali dotandosi di tecnologie atte allo scopo
• stimolare l’evoluzione personale e professionale favorendo occasioni di crescita e contribuendo a creare equilibrio tra vita professionale e vita privata.
Per verificare quanto si sia effettivamente creata la cultura della “persona al centro” potrebbe essere utile porsi alcune domande:
• Quante volte ringrazio i miei collaboratori?
• Quanto tempo dedico ad ascoltare davvero ciò che chiedono?
• Quante occasioni di confronto ci sono in azienda?
• Quanto ho investito in corsi e formazione?
• Controllo troppo i miei dipendenti?
Tali quesiti costituiscono la prospettiva giusta per iniziare a porre le basi di una organizzazione solida, fondata sul reale valore delle persone e di tutto ciò che esse realmente possono fare per la propria azienda.
Scritto da Anna Minutillo
Foto di Alexa da Pixabay
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